PARIGI, 19 MARZO – Lo stato di salute dell’aiuto italiano allo sviluppo non è dei migliori secondo i dati diffusi dall‘Organizzazione per lo sviluppo economico OCSE-DAC: nel 2019 si è registrato un calo dell‘Aiuto pubblico allo sviluppo (APS) dell’11%, passando dai 4,397 miliardi di euro del 2018 a 3,906 miliardi.
Ne dà notizia Infocooperazione secondo cui il rapporto APS/Reddito Nazionale lordo, parametro che misura la reale crescita degli impegni finanziari nel settore, registrerebbe uno sconfortante 0,22%, ponendo il nostro Paese al di sotto la media dei Paesi OCSE-DAC, nonostante l’impegno a raggiungere lo 0,7% più volte reiterato, e disatteso, negli ultimi decenni. Un calo che va oltre la riduzione considerevole dei costi legati all’accoglienza dei migranti in Italia prodotta principalmente dalle politiche sempre più restrittive messe in atto dal governo. Naturalmente il quadro si è ulteriormente aggravato con lo scoppio dela pandemia di Covid 19.
Un quadro non incoraggiante anche quello che emerge dai dati analizzati da ActionAid Italia che ha recentemente pubblicato l’edizione 2020 dell’annuario della Cooperazione allo Sviluppo dal titolo ‘L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo: la cooperazione allo sviluppo di fronte alle sfide della pandemia’.
Il rapporto, oltre ad analizzare i numeri dell’aiuto italiano mette in luce le debolezze che caratterizzano il sistema di governance della cooperazione allo sviluppo. A sei anni dall’entrata in vigore della Legge 125 del 2014 il sistema rimane frammentato, la capacità di elaborazione strategica e di programmazione resta limitata, gli organismi chiave per la governance del sistema si riuniscono occasionalmente e l’Agenzia tecnica creata dalla legge stenta a decollare. In sintesi: un sistema di cooperazione in stallo.
Da diversi anni, ormai, l’opportunità di assistere ad un aumento degli stanziamenti di APS nella Legge di Bilancio viene disattesa.
Il rapporto prende poi in esame le risorse del Fondo per gli interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo con i Paesi africani lungo le rotte migratorie (noto come Fondo Africa) e del Decreto Missioni.
Interessanti anche i dati che delineano la geografia dell’aiuto italiano. Ai 22 Paesi prioritari per la cooperazione allo sviluppo italiana, così come definiti nel Documento triennale di programmazione e indirizzo per la Cooperazione internazionale 2016-2018, sono stati destinati 229 milioni di euro, vale a dire il 69,8% del totale delle erogazioni a dono ripartibili regionalmente (328,69 milioni di euro). I paesi più finanziati sono Afghanistan 30,5 milioni, Palestina 27, Libano quasi 26 milioni così come il Mozambico, primo paese africano.
Quanto ai settori di intervento APS, il primo è quello dell’aiuto umanitario, con un valore di 136,68 milioni rispetto ai 125,89 milioni dell’anno precedente. A seguire Governo e società civile 41,8 milioni, Salute 39, Agricoltura, Foreste e Pesca 36 ed Istruzione 22,5 milioni.