GINEVRA, 23 FEBBRAIO – “Uccidere in nome della giustizia” e’ una pratica “crudele e inumana”. Lo ha detto il Rappresentante Permanente presso le Organizzazioni Internazionali a Ginevra, Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado, è intervenendo oggi al panel biennale ad alto livello sulla pena di morte, che è stato aperto dall’Alta Commissaria per i Diritti Umani Michelle Bachelet e nel quale è stato discusso il tema della deterrenza della sanzione penale ai fini della riduzione del tasso di criminalità.
L’Amb. Cornado ha ricordato come l’Italia sia sempre stata e continui ad essere “in prima linea nella campagna globale per l’abolizione della pena di morte”, non solo perche’ pratica “crudele e inumana”, ma anche perche’ inefficace come deterrente e che comporta conseguenze irreparabili in caso di errori giudiziari. L’Italia, ha aggiunto il Rappresentante Permanente, accoglie con favore i positivi sviluppi registrati in molti Paesi lo scorso anno e proseguirà ogni sforzo per favorire, anche nei Paesi che ancora la applicano, l’adozione di una moratoria delle esecuzioni, quale primo passo verso la completa abolizione della pena di morte.
Il dibattito di oggi a Ginevra si e’ svolto ai margini della 46esima sessione del Consiglio per i Diritti Umani che si e’ aperta ieri al Palais des Nations in forma quasi esclusivamente virtuale. La prima risoluzione per la moratoria delle esecuzioni e’ stata approvata dell’Assemblea Generale nel 2007. Anche grazie all’impegno italiano, dal 2008 l’Assemblea ha approvato altre risoluzioni sul tema ogni 2 anni, con un numero sempre più alto di voti favorevoli. L’ultima è stata adottata il 16 dicembre del 2020 con 123 voti a favore (superiori ai 121 si’ del 2018), 38 contrari e 24 astenuti.
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