ROMA, 14 DICEMBRE – In una lettera al ‘Corriere della Sera’ in occasione dei 20 anni della Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale (Undoc), cui hanno aderito 190 Stati sui 193 dell’Onu, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede scrivono che “‘Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini come diceva Giovanni Falcone. Oggi possiamo con orgoglio affermare che le sue idee continuano a camminare sulle gambe di donne e uomini di 190 Paesi al mondo”.
Vent’anni fa fu firmata la Convenzione grazie alla quale oggi ogni Stato non conduce più una battaglia solitaria contro le mafie. Secondo i tre ministri è grazie a quell’intesa se ogni nazione può contare sulla collaborazione degli altri Paesi, sulla condivisione delle competenze e delle esperienze nazionali. ”Ed è sempre merito della Convenzione di Palermo se la risposta della comunità internazionale al crimine organizzato, nelle sue numerose manifestazioni, ha conosciuto in questi anni un significativo innalzamento qualitativo, anche per effetto degli strumenti innovativi introdotti a supporto dell’attività condotta. Strategie di contrasto saranno messe a sistema le nuove linee d’azione già sperimentate con la Convenzione di Palermo dalla magistratura e dalle forze di polizia: squadre investigative comuni, consegne controllate, sorveglianza elettronica, operazioni sotto copertura, protezione dei testimoni, magistrati e ufficiali di collegamento, tecniche investigative speciali, formazione specifica per gli operatori, capacity building e assistenza tecnica, solo per citarne alcuni”.
“Falcone comprese come solo una cooperazione internazionale che fosse la più ampia possibile avrebbe potuto infliggere pesanti sconfitte alle mafie”, scrivono i tre ministri. “Poche settimane prima di essere ucciso, il giudice aveva partecipato a Vienna alla prima sessione delle Nazioni Unite sulla prevenzione del crimine e sulla giustizia penale e in quella sede chiese con forza un impegno globale nella lotta alla mafia”.
“Lo scorso ottobre l’Untoc – sottolineano – ha approvato la ‘risoluzione Falcone’ presentata dall’Italia, che riconosce il suo ruolo pionieristico e come il suo ‘lavoro e sacrificio hanno aperto la strada all’adozione della Convenzione’. Alla luce della dimensione economica della criminalità organizzata, gli Stati-parte sono stati invitati a rafforzare la
cooperazione ai fini della confisca di beni derivanti da attività delittuose, inclusi il riciclaggio e la corruzione, prevedendo altresì un uso sociale dei beni confiscati”.
“A marzo l’Italia parteciperà al XIV Congresso sulla Prevenzione del crimine e la Giustizia penale, che si terrà a Kyoto. In quella sede verranno messe a sistema le linee d’azione già sperimentate con la Convenzione di Palermo, guardando agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile“, spiegano Di Maio, Lamorgese e Bonafede. “Anche in vista di tale evento, nel ventesimo anniversario della Convenzione di Palermo vogliamo che emerga una rinnovata riflessione degli Stati-parte unita all’impegno di un ulteriore rafforzamento della cooperazione nella lotta alla criminalità organizzata in tutte le sue manifestazioni. Da parte nostra, non possiamo che assicurare che continueremo a livello internazionale un contrasto senza tregua a tutte le mafie. In questa azione lo Stato italiano è in prima linea”. (@OnuItalia)