ROMA, 1 DICEMBRE – Servono 35 miliardi di dollari per garantire a gran parte dell’umanità un’assistenza adeguata. E servono subito. Questa volta non sono i singoli governi a chiedere collaborazione: l’appello è delle Nazioni Unite ad aiutare chi il prossimo anno, con tutta sicurezza, si troverà in stato di indigenza a causa del Covid 19.
La pandemia di coronavirus ha infatti innalzato del 40% il numero di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria nel mondo. “Se tutti coloro che hanno bisogno di aiuti umanitari vivessero nello stesso Paese, si tratterebbe della quinta maggiore nazione del mondo”, ha commentato Mark Lowcock, responsabile Onu per gli aiuti internazionali, “la pandemia ha massacrato i Paesi più fragili e vulnerabili”. Per il 2021 l’Onu ha messo in campo 34 piani di risposta umanitaria a beneficio di 56 nazioni, con l’obiettivo di aiutare 160 milioni dei 235 milioni di persone più vulnerabili alla fame, ai conflitti e all’impatto dei cambiamenti climatici e della pandemia di coronavirus.
“Cerchiamo di raggiungere circa due terzi dei bisognosi, laddove altre organizzazioni, come la Croce Rossa, cercheranno di occuparsi del restante terzo”, ha aggiunto Lowcock, spiegando che quest’anno i donatori hanno stanziato la cifra record di 17 miliardi di dollari per le operazioni umanitarie, aiuti che hanno raggiunto il 70% delle persone bisognose.
Secondo l’Onu i 35 miliardi di dollari chiesti per il 2021 sono una cifra “molto piccola” paragonata a quanto i Paesi ricchi hanno speso per proteggere i loro cittadini durante la pandemia. La maggiore preoccupazione espressa da Lowcock è quella di scongiurare carestie in Yemen, Afghanistan, Nigeria nordorientale, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Burkina Faso.