ROMA, 17 NOVEMBRE – “La dieta mediterranea è un fattore straordinario di riconoscimento e promozione per la cucina italiana nel mondo e per il nostro sistema agroalimentare. Un settore di primo piano per l’economia italiana che vogliamo valorizzare ancora di più: cito un dato su tutti, 538 miliardi di euro di fatturato pari al 25% del Pil nazionale”. Lo ha detto il ministro degli esteri Luigi Di Maio intervenendo con un video alle celebrazioni del decimo anniversario dall’iscrizione nella lista del patrimonio culturale e materiale dell’Unesco.
UE principale mercato per agroalimentare Italia
“L’Ue – ha proseguito il titolare della Farnesina – è il principale mercato di destinazione dei nostri prodotti agroalimentari pari al 64% con circa 14.3 miliardi di euro nei primi 6 mesi di quest’anno, anche le esportazioni dirette verso i paesi extra Ue in questo stesso periodo sono cresciute del 4% su base annua attestandosi a circa 7,9 miliardi di euro”.
L’importanza della dieta mediterranea è stata fatta propria anche da diverse agenzie Onu, come l’Unesco e la Fao, sia sotto il profilo della sostenibilità e biodiversità sia della lotta allo spreco alimentare. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità da tempo ha valorizzato caratteristiche nutrizionali e salutistiche della dieta mediterranea.
Bellanova annuncia nuovo Ufficio per Dieta Mediterranea
In Italia in occasione della celebrazione del decennale, la ministra Teresa Bellanova ha annunciato la prossima creazione dell’Ufficio per la Dieta Mediterranea presso il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e l’avvio di un programma di comunicazione istituzionale nel 2021 sulle tematiche anche in vista di Expo Dubai e di un progetto sull’Educazione alimentare nelle Scuole e nelle Università.
“Un impegno importante – ha detto Bellanova – perché siamo
convinti della straordinaria forza e rilevanza di questo
patrimonio e trasmetterlo alle nuove generazioni pensiamo sia un compito necessario a cui non vogliamo sottrarci”. Ecco
perché – ha spiegato la ministra – l’Italia ha fortemente voluto nel nostro Paese l’obbligo dell’indicazione d’origine in etichetta per latte, formaggi, pasta, riso, derivati del pomodoro, carni trasformate”.
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