PADOVA, 13 NOVEMBRE – Il diabete non è solo un fattore di rischio per le persone esposte oggi al nuovo coronavirus, ma anche una malattia cronica emergente in Africa, dove migliaia di persone sono inconsapevoli dei rischi a cui sono esposte ogni giorno e non hanno accesso a diagnosi e terapie efficaci. In occasione della Giornata Mondiale contro il Diabete del 14 novembre, Medici con l’Africa Cuamm ricorda l’impatto indiretto ma devastante che la pandemia ha sui malati di diabete, in Africa e nel mondo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parla chiaramente di distruzione dei servizi sanitari di base in seguito all’arrivo del Covid-19 in Africa e in altri paesi a medio e basso reddito, che ha fatto saltare anche le campagne di prevenzione delle malattie non trasmissibili come il diabete: una malattia cronica che necessita di cure regolari. I pazienti però, per paura del contagio da Covid-19 o per le difficoltà di spostamento, oltre che per la mancanza di farmaci, vedono sempre più in pericolo le proprie cure, rischiando di morire o rimanere invalidi a causa del diabete.
Negli ultimi anni, molti paesi africani hanno visto aumentare rapidamente i malati di diabete, con la difficoltà da parte di ministeri e ospedali di elaborare linee guida e terapie per una malattia ancora poco conosciuta in Africa. Per questo Medici con l’Africa Cuamm lavora in Mozambico, Angola, Sierra Leone, Tanzania ed Etiopia per prevenire e combattere il diabete e altre malattie croniche non trasmissibili.
«Lo facciamo – spiega Andrea Atzori, responsabile relazioni internazionali di Medici con l’Africa Cuamm – espandendo i servizi di diagnosi e cura del diabete sul territorio, tenendo conto delle risorse disponibili e del contesto locale, come è successo in Angola e Mozambico, ma anche Etiopia, Sierra Leone e Tanzania. Sono indispensabili le attività di screening e sensibilizzazione a livello comunitario, per promuovere stili di vita salutari, che portiamo avanti anche grazie a una partnership internazionale con World Diabetes Foundation (WDF). In Italia come in Africa e nel resto del mondo è importante oggi non dimenticare i malati di diabete e i malati cronici in generale: sono loro che stanno pagando e pagheranno il prezzo più alto della pandemia, non potendo veder garantito l’accesso ai servizi sanitari di cui hanno bisogno». (@OnuItalia)