NEW YORK, 6 NOVEMBRE – Libia, Siria, Yemen, Iran, processo di pace in Medio Oriente, Afghanistan sono stati tra i temi toccati nell’audizione della Rappresentante Permanente italiana presso le Nazioni Unite a New York, Ambasciatrice Mariangela Zappia, alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati. Un ampio giro d’orizzonte sulle crisi nella regione del Mediterraneo allargato e sul ruolo delle Nazioni Unite e dell’Italia.
“Le crisi del Medio Oriente e della regione Mediterranea allargata hanno acquisito uno spazio sempre più centrale nell’agenda del Consiglio di Sicurezza”, ha detto l’Ambasciatrice, osservando incidentalmente “il valore strategico di una presenza più regolare dell’Italia in questo organo e dell’impegno costantemente profuso dal nostro paese per una sua riforma realmente equa e rappresentativa.”
Soffermandosi sugli Accordi di Abramo, l’Ambasciatrice ha affermato “si tratta di un ‘game changer’: il processo di pace in Medio Oriente ha oggi l’occasione di ripartire grazie un cambiamento strutturale nelle dinamiche regionali, che puo’ dare nuova linfa ai negoziati diretti tra israeliani e palestinesi per una soluzione a due Stati giusta e sostenibile. La recente importante visita del Ministro Di Maio in Israele e nei Territori ha riconfermato l’attenzione con cui, da entrambe le parti, si guarda all’Italia come partner per la pace.” L’Ambasciatrice ha sottolineato l’importanza di un approccio prospettico da parte della leadership palestinese rispetto a questo scenario, valorizzando il ruolo che le Nazioni Unite e Paesi amici come l’Italia possono svolgere in questo senso.
Sulla Libia “l’Italia esercita un ruolo di primissimo piano che ci viene attribuito non soltanto in virtu’ dei riflessi immediati del conflitto sui nostri interessi nazionali e di sicurezza, ma anche grazie alla profonda conoscenza che ci viene riconosciuta delle dinamiche di quel Paese. L’impegno politico e diplomatico costantemente profuso ai massimi livelli dal nostro Paese – tanto nei confronti delle parti libiche, quanto degli attori regionali – ha contribuito a puntellare l’azione dell’ONU e a schiudere la finestra di opportunita’ che abbiamo davanti. Oggi guardiamo tutti con fiducia all’avvio del dialogo politico a Tunisi nell’auspicio che da questo processo possa scaturire un percorso istituzionale in cui tutto il popolo libico si riconosca.”
In Libano, la leadership italiana in UNIFIL e’ “unanimemente apprezzata e riconosciuta dalle parti in conflitto e dalla membership onusiana”, ha detto l’Ambasciatrice: “E’ la dimostrazione di come le caratteristiche e sensibilita’ del nostro Paese – capacita’ di ascolto, mediazione, composizione delle divergenze in realta’ particolarmente complesse ma anche l’altissima professionalita’ delle nostre forze armate e di polizia – possano fornire un valore aggiunto importante alle operazioni di pace.”
Quanto alle Nazioni Unite, “sono una organizzazione complessa e multiforme che raccoglie e rispecchia l’insieme delle aspirazioni della Comunita’ internazionale, ma anche i suoi limiti e le sue debolezze. La pandemia ha aggiunto una ulteriore complicazione congiunturale. Ciò non significa che le istituzioni multilaterali smarriscano la loro ragion d’essere, al contrario: e’ evidente il valore aggiunto dell’esistenza di un perimetro multilaterale all’interno del quale gestire e incanalare contrapposizioni apparentemente insanabili. Il rapporto del nostro Paese con le istituzioni multilaterali – soprattutto con riguardo allo scacchiere del Mediterraneo allargato – e’ un rapporto di natura simbiotica. Abbiamo tanto da guadagnare noi dal mantenimento di una collaborazione fattiva con le Nazioni Unite quanto l’ONU stessa puo’ beneficiare in termini di efficacia attingendo dalla nostra esperienza e dal capitale politico che abbiamo accumulato attraverso il nostro impegno nella regione.” (@OnuItalia)