KHARTOUM, 21 SETTEMBRE – A partire dalla metà di agosto il Sudan sta affrontando una pesante stagione delle piogge che si è aggravata nell’ultima settimana del mese. Il numero totale delle persone colpite ha raggiunto le 102.000 unità nello Stato di Khartoum e il governo sudanese ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per tre mesi.
COOPI – Cooperazione Internazionale è intervenuta prontamente per rispondere alle inondazioni che hanno colpito duramente la capitale sudanese di Khartoum, fornendo il 2 settembre, assistenza salvavita a 1.500 persone nella località di Jebel Awilya; il 12 settembre, consegnando 15 camion di sabbia e 2.500 sacchi di iuta; il 13 settembre distribuendo 600 kit di generi non alimentari (Non Food-Items, NFI) alle famiglie più colpite in cinque villaggi di Jebel Awliya (Um Garagheer, Al Asal, Um Rabah, Ghammar e Wad al Mukhtar).
I volontari delle comunità beneficiarie hanno riempito i sacchi di sabbia e li hanno collocati in punti specifici, per prevenire e ridurre i danni provocati dalle inondazioni e per proteggere le fondamenta di strutture come scuole, centri sanitari, moschee. Gli sfollati della zona, esposti alle dure condizioni climatiche, all’insicurezza e ad altre vulnerabilità, sono stati forniti di taniche, teloni, materassini e zanzariere.
Grazie al sostegno finanziario dell’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e dell’UNHCR e al coordinamento con la Commissione per gli Aiuti Umanitari del Governo sudanese (HAC) di Khartoum e i Comitati Comunitari, COOPI ha raggiunto le famiglie più vulnerabili della zona, le cui case sono state distrutte a causa dell’altezza record del fiume Nilo (17,43 metri, mai vista in 100 anni).
“La risposta rapida a Jebel Awliya” spiega Michele Angeletti, capo missione di COOPI, “si inquadra in un impegno più forte di COOPI nel rafforzare i meccanismi di resilienza delle comunità di Khartoum e del Sudan, attraverso l’istituzione di strategie di riduzione del rischio disastri su base comunitaria, interventi di sicurezza alimentare e mezzi di sussistenza; un migliore accesso all’acqua, alle strutture igienico-sanitarie e all’igiene”.
Con il sostegno dell’AICS sta prendendo forma un nuovo programma di resilienza nell’area di Mayo – Jebel Awliya, a sud di Khartoum. L’intervento si rivolge alla popolazione più vulnerabile della periferia, un’area in cui i bisogni di emergenza e la povertà cronica colpiscono una popolazione composta per lo più da sfollati.
L’emergenza alluvione in Sudan sta arrivando al culmine di una fase molto delicata per il Paese. Le difficoltà legate alla situazione economica stanno portando il Sudan ad una crisi cronica su più livelli. Circa 1,87 milioni di sfollati e 1,1 milioni di rifugiati e richiedenti asilo continuano ad avere bisogno di assistenza umanitaria e di protezione, sia all’interno che all’esterno dei campi e nelle comunità ospitanti. (@OnuItalia)