TELL ABIAD, 15 OTTOBRE – Decine di migliaia i civili sono in fuga dalle città curde nel nord della Siria a seguito dell’attacco turco, un’emergenza che cresce di giorno in giorno mentre le ostilità si intensificano nel nord-est del paese e migliaia di bambini sono esposti a un imminente rischio di essere feriti, uccisi o sfollati.
L’Unicef sta cercando di far arrivare aiuti umanitari al confine con la Turchia e chiede alle parti in lotta di proteggere i bambini e le infrastrutture civili da cui essi dipendono, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Da quando le violenze sono riesplose, il 9 ottobre, decine di migliaia di civili, tra cui molti bambini, sono sfollati soprattutto dalle città di Ras al-Ain e Tell Abiad.
L’Unicef mantiene la sua presenza a Qamishli (Kamishlié) – cittadina a ridosso del confine turco – con uno staff e tramite organizzazioni partner. Qui sono stati stoccati aiuti umanitari sufficienti per soddisfare i bisogni primari (acqua, igiene, nutrizione e salute) di 45.000 bambini e donne per circa un mese, oltre alle scorte di vestiti invernali per bambini sotto i 5 anni. Sono in programma ulteriori distribuzioni di aiuti.
Secondo le informazioni in possesso delle Nazioni Unite, parte delle persone sfollate si stanno dirigendo verso Raqqa (l’ex roccaforte dell’ISIS, 90 km. a sud del confine), mentre la maggior parte si sta spostando verso altre città più vicine come Amuda, Al-Darbasiyah, Tell Tamer e Hassakeh (75 km circa a sud est di Ras al-Ain). Ad Hassakeh gli sfollati sono per la maggior parte ospitati dalle comunità locali, oltre che nei rifugi collettivi, nelle scuole e negli edifici in costruzione.
A Ras al-Ain ieri mattina all’alba è stata bombardata la stazione idrica di Alouk che fornisce acqua potabile a 400.000 persone nel governatorato di Hassakeh, compresi i campi per sfollati. La stazione idrica non è più operativa e i tecnici non riescono a ripararla a causa delle ostilità in corso. A Tell Abiad, due scuole sarebbero state occupate per usi militari. L’Unicef ricorda a tutte le parti che i bambini e le infrastrutture civili dalle quali dipendono, incluse le scuole, devono essere sempre preservati da attacchi, nel rispetto del diritto internazionale umanitario. A Tell Abiad e Ras al-Ain gli operatori hanno dovuto interrompere la maggior parte delle operazioni umanitarie. Molti membri dello staff e volontari sono fra gli sfollati. Le attività di protezione dell’Infanzia sono state sospese a Ras al-Ain, nel campo profughi di Mabrouka, a Tell Halaf, Sulok e Tell Abiad.
A Ras al-Ain e nel campo di Mabrouka sono state interrotte anche le attività sanitarie e di distribuzione del cibo, mentre sono chiuse le scuole ed è stata limitata anche la fornitura dell’acqua. L’escalation bellica nella regione rischia seriamente di compromettere l’attività degli operatori umanitari per assistere migliaia di bambini in stato di bisogno. L’Unicef sottolinea che l’unica soluzione a questo nuovo conflitto in Siria è l’azione politica e raccomanda di considerare la protezione dei bambini come prioritaria, in ogni momento.