NEW YORK, 24 SETTEMBRE – Un umanesimo inclusivo e’ la strada da seguire per un multilateralismo efficace: lo ha detto oggi il premier italiano Giuseppe Conte che oggi ha parlato all’Onu dopo aver partecipato, al pranzo offerto ai Capi di Stato e di Governo dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, alla cerimonia di apertura del “High Level Political Forum on Substainable Development – SDG Summit”.
“L’Italia ha avviato una nuova stagione riformatrice”, ha detto Conte. Un progetto – sottolinea – che ha come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il presidente del consiglio, al suo secondo intervento da premier dal podio dell’Assemblea Generale, parla di un’azione di ampio respiro necessaria per realizzare un futuro che sia davvero sostenibile per le prossime generazioni. Secondo Conte, che cita l’esperienza di Rondine Cittadella per la Pace come modello di mediazione dei conflitti, “possiamo avere successo solo se agiamo con coraggio, determinazione e visione e ascoltando la voce di reclama un mondo migliore. Il dovere di noi governanti è di ascoltare queste voci e riuscire a tradurle in atti concreti”. Chiaro il riferimento alla generazione Greta, la cui protesta per i cambiamenti climatici è stata più che mai protagonista di queste giornate all’Onu. “Continueremo a seguire e incoraggiare.
Conte riafferma quindi l’impegno dell’Italia per il multilateralismo: “Solo un’azione collettiva e coordinata può porre le premesse per offrire soluzioni adeguate alle molteplici sfide”, spiega, a partire dalla correzione degli aspetti
disfunzionali della globalizzazione”. Ma aggiunge che bisogna lavorare ad un multilateralismo “efficace”, altrimenti diventa “una mera tecnica operativa, che non può pretendere di orientare solide scelte di valore”. Scelte come quelle che vanno perseguite in questioni delicate e complesse come l’immigrazione: “Oggi l’Italia non e’ più sola, e l’Unione europea ha l’occasione di fare la sua parte senza ulteriore indugio in modo serio e risolutivo”, afferma pensando all’accordo raggiunto a Malta che rappresenta per l’Italia “una svolta”, ma non basta: “Non possiamo transigere nell’assicurare un sistema di rimpatri rigoroso ed efficace per gli immigrati irregolari”. (@OnuItalia)