ROMA, 28 AGOSTO – Per la Settimana mondiale dell’acqua (25-30 agosto 2019) l’UNICEF ha lanciato il rapporto ”Water Under Fire”, primo volume della serie dedicata al legame tra emergenze, sviluppo e pace nelle aree di guerra. Ogni giorno centinaia di milioni di bambini fanno a meno dell’acqua; a livello globale, in aree instabili e colpite da conflitti, 420 milioni di bambini non dispongono di servizi igienici di base e 210 milioni di bambini non hanno un accesso all’acqua potabile.
I DATI
A livello globale, oltre 800 milioni di bambini vivono in 58 paesi e aree instabili e colpite da conflitti. Fra loro, 220 milioni vivono in 15 contesti estremamente instabili con probabilità quadruple di non avere servizi igienico-sanitari di base e 8 volte più probabilità di non avere accesso all’acqua potabile. Nei conflitti, l’acqua insicura può essere letale quanto i proiettili. In media, i bambini e ragazzi al di sotto dei 15 anni che vivono in paesi in guerra hanno probabilità quasi 3 volte più elevate di morire per malattie legate all’acqua infetta e ai servizi igienico-sanitari rispetto alla morte per effetto diretto della violenza bellica. Per i più piccoli, la situazione è ancora peggiore: i bambini al di sotto dei cinque anni hanno ben 20 volte maggiori probabilità di morire per malattie legate alla carenza di acqua e igiene che non per la violenza bellica.
Si stima che nel 2030, l’80% degli abitanti più poveri del mondo vivrà in contesti fragili o colpiti da conflitti armati.Negli ultimi anni, più di 120 milioni di persone ogni anno hanno avuto bisogno di assistenza e protezione umanitaria urgente. Le crisi sono più numerose, colpiscono più persone e durano più a lungo che non nel decennio scorso.
Nel 2018, 70,8 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, per lo più a causa di conflitti. Metà di loro sono bambini.
I conflitti si protraggono sempre più a lungo, la durata media dei Piani di Risposta Umanitaria (Human Response Plans, HRP) delle Nazioni Unite è passata dai 5,2 anni del 2014 ai 9,3 anni del 2018.
Per l’Unicef gli attacchi contro i sistemi idrici colpiscono direttamente i bambini. Nei conflitti, bombardamenti e altri attacchi deliberati e indiscriminati portano alla distruzione delle infrastrutture idriche, al ferimento del personale e all’interruzione dell’energia elettrica che mantiene in funzione acquedotti e stazioni di pompaggio. Il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari è sancito nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Esso è fondamentale per la sopravvivenza di un bambino quanto il cibo, le cure mediche e la protezione.
Tuttavia, da Cox’s Bazar, in Bangladesh, all’Ucraina al Venezuela allo Yemen, crisi e conflitti prolungati privano i bambini di questi diritti. ”Le crisi legate ai conflitti diventano sempre più frequenti, colpiscono più persone e durano più a lungo. Nelle zone estremamente instabili e colpite dai conflitti, la situazione è disastrosa per i bambini”, spiega Kelly Ann Naylor, Direttore associato dell’UNICEF per i programmi Acqua e Igiene. ”L’assistenza umanitaria da sola non risolverà questi problemi – aggiunge – ma attraverso partnership intersettoriali possiamo costruire servizi idrici, sanitari e igienici sostenibili e resilienti che possono creare un futuro più stabile e pacifico per i bambini e le loro famiglie”.