ROMA, 1 LUGLIO – Duecentodieci milioni di dollari USA per assistere e proteggere le migliaia di rifugiati e di altre persone che ogni anno viaggiano attraverso l’Africa subsahariana e settentrionale: è la richiesta avanzata dall’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (UNHCR) per salvare persone che spesso cadono vittime del traffico e della tratta di esseri umani, finendo per patire indicibili violazioni dei diritti umani.
L’appello è per un programma completo di supporto volto a impedire che le persone cadano vittime del traffico e della tratta, oltre che a fornire alternative significative ai pericolosi viaggi nei Paesi di primo asilo e a offrire maggiore assistenza umanitaria e supporto a quanti sono sopravvissuti a maltrattamenti e violazioni di diritti umani.
Allo stesso tempo, l’UNHCR sta sollecitando gli Stati a intervenire per colmare le pericolose carenze nelle capacità di soccorso nel mar Mediterraneo, a fare di più per smantellare le reti del traffico e della tratta, e ad assicurarsi che i responsabili di tali violazioni siano costretti a risponderne tramite tutti i meccanismi legali disponibili. Secondo l’agenzia dell’ONU è sempre più necessario rinnovare gli sforzi per sviluppare canali complementari che permettano di trovare soluzioni alla condizione dei rifugiati, per esempio attraverso un più efficace accesso alle procedure di ricongiungimento familiare.
”A causa di oltre 15 conflitti in corso nel continente africano, migliaia di persone continueranno a spostarsi, spesso con informazioni imprecise e aspettative irrealistiche – ha spiegato Vincent Cochetel, Inviato Speciale dell’UNHCR per il Mediterraneo centrale – Queste persone affrontano seri pericoli e rischiano perfino la morte nelle mani dei trafficanti. È necessario fare di più per impedire che sempre più persone cadano preda di quanti cercano di trarre profitto dalla loro vulnerabilità e dalla loro disperazione”.
Si stima che siano almeno 507 le persone decedute o disperse nel Mediterraneo centrale e occidentale nel 2019. Il numero di persone che hanno perso la vita lungo le rotte del traffico e della tratta di esseri umani prima ancora di raggiungere le coste per imbarcarsi non è noto, me è probabile che sia molto più elevato.
L’UNHCR ha accertato che i sopravvissuti hanno subito diffuse violazioni di diritti umani nel corso del proprio viaggio dall’Africa subsahariana all’Africa settentrionale, fra cui torture, pestaggi, estorsioni e schiavitù. Donne e ragazze, in particolare, sono esposte al rischio di stupro e di aggressioni sessuali. Alcune persone restano vittime delle reti del traffico e della tratta per più di anno.
Nonostante gli sforzi dell’UNHCR e di altre organizzazioni umanitarie – sottolinea l’organizzazione – i rischi e le violenze lungo le rotte continuano ad aumentare. È sempre più elevato il numero di persone che hanno viaggiato lungo tali rotte e che soffrono a causa di condizioni di salute estremamente precarie e traumi psicologici. Di conseguenza, molti fra quanti hanno percorso le rotte e che potrebbero non avere diritto allo status di rifugiati potrebbero comunque necessitare di altre forme di protezione umanitaria.