PADOVA, 18 MARZO – Sono oltre un milione e mezzo le persone colpite e almeno 150 le vittime del Ciclone Idai, che si sta abbattendo in questi giorni su Mozambico, Malawi e Zimbabwe, secondo dati Onu e fonti governative ufficiali. In Mozambico la più colpita è la città di Beira. Drammatico il racconto che ci arriva dai volontari CUAMM in Mozambico.
Beira, che si affaccia sull’Oceano Indiano, e’ una citta’ di mezzo milione di abitanti, la quarta del Mozambico. Sono difficili le comunicazioni tra Maputo, capitale del Paese, dove si trova il coordinamento di Medici con l’Africa Cuamm, e Beira, dove l’organizzazione concentra da anni la maggior parte dei propri progetti, dedicati alla salute materno-infantile e la lotta all’Hiv.
«Sono stati colpiti i posti in cui i nostri volontari lavorano ogni giorno – spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm – e siamo tutti con il fiato sospeso per quello che sta succedendo a Beira e in Mozambico in questi giorni. Il nostro staff è fortemente preoccupato, ma sta bene. La vera preoccupazione è per la popolazione, che con una forza incredibile si sta già mobilitando in autonomia per rendere agibili le strade. Stiamo trasferendo i nostri medici con più esperienza dalle altre aree del Mozambico a Beira, che è danneggiata per il 90% e su cui graveranno anche i bisogni di tutta la regione circostante, non ancora stimabili. Se non interveniamo subito rischiamo il diffondersi del colera, che già l’anno scorso ha colpito la zona ed è endemico nell’area. L’obiettivo primario è garantire, anche in emergenza, le attività dell’Ospedale di Beira e dei dieci centri di salute circostanti, perché tutti possano ricevere cure. Poi, dovremo pensare a ricostruire: abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti».
Anche gli aiuti umanitari internazionali si stanno mobilitando e Oms e l’Ufficio per le calamità del Governo mozambicano (INGC) sono già sul posto. Oggi sono in corso una serie di riunioni con il Ministero della Salute e tutti i partner coinvolti nell’emergenza in seguito alle quali si avrà un’indicazione più precisa delle necessità e dei fronti di intervento. (@OnuItalia)