GINEVRA, 5 FEBBRAIO – Storicamente in prima fila nelle campagne per lo sradicamento della pratica delle mutilazioni genitali femminili, l’Italia e’ convinta che si può e si deve far di piu’: “Per citare il Sottosegretario agli esteri Manlio di Stefano che un paio di settimane fa ha guidato la delegazione italiana alla Commissione sui diritti del Bambino’e’ stato fatto molto lavoro per tutelare i diritti dei minori, ma ancora molto resta da fare'”, ha detto il Rappresentante Permanente all’Onu di Ginevra Gian Lorenzo Cornado. “Questo, secondo Cornado, e’ particolarmente vero se si considera che si sta rapidamente avvicinando la scadenza dell’obiettivo 5.3 dell’Agenda 2030 che si concentra nello specifico nell’eliminazione di tutte le pratiche nocive all’infanzia, e in particolare le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci e forzati. Con questo in mente – ha aggiunto l’ambasciatore – l’Italia conferma la sua disponibilita’ a condividere la sua esperienza e a raddoppiare gli sforzi per rispettare l’obiettivo zero entro il 2030.
Cornado ha parlato nel corso di un evento al Palais des Nations nella Giornata per la lotta alla MGF. L’Italia, grazie alla legge del 9 gennaio 2006 n.7, vanta migliori pratiche riconosciute dalle stesse Nazioni Unite tanto per la criminalizzazione delle MGF quanto per l’attivita’ di sensibilizzazione. Sul piano internazionale l’Italia, oltre a farsi promotrice e sostenitrice di tutte le risoluzioni ONU tese a porre fine alle mutilazioni genitali femminili (tra cui quella adottata dal Consiglio Diritti Umani nel giugno 2018), ha sostenuto, con un contributo di circa 20 milioni di Euro negli ultimi 10 anni, progetti ed attivita’ nei paesi dove tale pratica risulta ancora diffusa.