GINEVRA, 22 GENNAIO – I migranti non portano malattie. In un nuovo rapporto realizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale salute, Migrazioni e Povertà (INMP) italiano, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sfata miti. “E’ un preconcetto”, indica l’organizzazione internazionale nel primo dossier sulla salite dei protagonisti dei flussi migratori in Europa. Di converso, e’ forte il rischio che la loro salute peggiori una volta arrivati nei paesi di destinazione a causa delle cattive condizioni in cui vivono. L’altro mito e’ che profughi e migranti siano sempre piu’ numerosi, mentre nei 54 paesi compresi nell’area dell’Oms-Europa sono appena il 10% della popolazione, mentre in alcuni paesi europei la popolazione pensa che siano 3 o 4 volte di più. Dal punto di vista sanitario poi, la salute delle persone che arrivano è buona..
Lo studio si basa sui dati di oltre 13mila documenti raccolti nei 54 paesi che fanno parte della regione Europa dell’Oms. Il rischio di malattie non trasmissibili, come tumori o problemi cardiaci, è più basso che nella popolazione generale, ma aumenta all’aumentare del periodo di permanenza a causa del mancato accesso ai servizi sanitari e delle condizioni igieniche spesso insufficienti.
“Anche per le malattie infettive l’aneddotica non corrisponde alla realtà”, sottolinea Santino Severoni, coordinatore del programma Oms Europa sulla migrazione e la salute. “E’ vero che lo spostamento delle popolazioni viene considerato una fonte di rischio, e per questo c’è un monitoraggio, ma riguarda tutti gli spostamenti. Si pensi ai 400mila che sono arrivati via mare in Italia nel 2016 e ai 20 milioni di passeggeri dell’aeroporto di Fiumicino. La verità è che anche quando arrivano persone con infezioni l’evento è così sporadico che non costituisce un problema per la salute pubblica, come dimostra il fatto che non abbiamo mai registrato un contagio alla popolazione residente”.
Sui migranti “ci sono governi che distolgono l’attenzione dai fatti e si registra una perdita o un cambiamento nella scala dei valori già da diversi anni”, ha detto Severoni. “Le difficoltà non sono di oggi, le registriamo già da diversi anni, da quando l’immigrazione via mare è entrata nella discussione politica. Senza entrare nelle scelte politiche delle singole nazioni, che non ci competono, possiamo dire però che da parte di alcuni governi c’è una sensibilità che distoglie l’attenzione dai fatti, si alimentano preoccupazioni che poi i dati reali smentiscono. Il rapporto sulla salute che abbiamo presentato oggi ne è una prova, ci sono molte preoccupazioni su questo aspetto ma dai dati raccolti queste si sgonfiano immediatamente”. (@OnuItalia)