SUD SUDAN, 21 DICEMBRE – Continua il ‘diario’ di Tommy Simmons fondatore dell’organizzazione Amref nel Sud Sudan, dove l’associazione dei ‘medici volanti’ è particolarmente attiva come in molte altre zone dell’Africa. Simmons ha inviato una foto scattata qualche giorno fa nel campo profughi di Wau, in Sud Sudan: un bambino dorme in una bacinella.
Nel campo profughi di Wau – 650 chilometri di distanza dalla capitale Juba- Simmons ha colto la tenera dormita di un bambino, in un ambiente in cui l’infanzia è in affanno e sottoposta a volte a pericoli. Quella di Wau è solo una tappa nel lungo viaggio di Simmons, dove ha potuto incontrare molti operatori sanitari tra cui due ostetrici – uno a Wau, un altro a Torit – formatisi in una scuola che non insegna solo salute, ma anche pace, perché vi convivono molte delle etnie che nel resto del Paese si combattono. Molti gli incontri tra cui quello di tre ragazze che, nonostante il paese abbia tra i più bassi di scolarizzazione femminile – hanno deciso di affrontare altri studi: “Salveremo le madri del Sud Sudan”.
”Da quattro anni la situazione politica del Sud Sudan è implosa, portando il Paese nel baratro della guerra civile” scrive Simmons ”a oggi 4 milioni di persone hanno dovuto lasciare le proprie case, in gran parte cercando rifugio nei Paesi limitrofi”. Gli esperti in sicurezza alimentare delle organizzazioni alimentari hanno previsto che nel 2018 in Sud Sudan più di un milione di bambini sotto ai cinque anni saranno malnutriti – e che in 300.000 saranno ”fortemente a rischio di morte…ciò che colpisce di più camminando per le vie ed i vicoli del campo di protezione è il numero di bambini, anche piccoli, che all’apparenza senza supervisione o sostegno degli aiuti, si dedicano ad attività commerciali. Vendono di tutto – dalla carbonella alle noccioline, dalla frutta al pesce, con apparente senso di responsabilità molto elevato. Naturalmente, per i bambini ci sono anche da svolgere le faccende domestiche, c’é da giocare, e per i più piccoli c’é la necessità di dormire, anche nei posti più improbabili”..
”Le ‘case’ degli sfollati – continua Simmons ”munite di una coperta a mo’ di porta e senza finestre – sono anguste, buie, basse ed affollate. Ci sono famiglie di dieci persone che vivono in un pugno di metri quadri dove è necessario svolgere tutta la propria vita – dormire, mangiare, anche mantenere un’attività commerciale come caricare le batterie dei telefoni dei vicini”. In questo campo gestito dalle Nazioni Unite vivono, nello spazio di 400 metri per 500, oltre 40 mila persone.
A Wau l’offerta di sanità è essenziale perché più che altrove la salute è sempre sotto minaccia. La malnutrizione infantile è diffusa, la malaria stagionalmente dirompente, la tubercolosi, l’hiv, le malattia polmonari, i rischi legati all’acqua contaminata, una minaccia continua. A sentire il peso di un ambiente nel quale nessuno ha scelto di vivere sono soprattutto le donne e i bambini più piccoli.
Amref – presente nell’area del Sud Sudan dal 1972 e che dal 1998 ha formato circa l’80% degli operatori sanitari di base del Paese – ha avviato un progetto a Wau grazie al sostegno della Fondazione Nando ed Elsa Peretti . Le attività del progetto prevedono interventi dedicati agli sfollati interni, come la valutazione di esigenze mediche e chirurgiche, l’acquisto e consegna di medicinali essenziali e kit medici per il trattamento di complicanze mediche di malnutrizione. Accanto agli interventi diretti, un’attività chiave del lavoro sarà la formazione del personale medico dedicato alla sorveglianza e risposta in situazioni di emergenza e la formazione di membri della stessa comunità, come operatori sanitari sui temi della nutrizione materno-infantile e nella gestione della malnutrizione acuta.
(@novellatop, 21 dicembre 2017)