FUZHOU, 29 LUGLIO – Venezia salva, Firenze estesa. E poi Padova e gli affreschi di Giotto, i portici di Bologna, Montecatini citta’ termale europea, e da ultimo oggi i parchi nazionali dell’Aspromonte e del Pollino: si allarga la lista dei siti italiani patrimonio dell’umanita’ per l’UNESCO. Gli annunci sono venuti questa settimana da Fuzhou in Cina dove era in corso la 44esima sessione del Comitato per la World Heritage.
Le faggete vetuste si trovano diffuse in 18 Paesi: Albania, Austria, Bosnia Erzegovina, Belgio, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Macedonia del Nord, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Ucraina, oltre naturalmente all’Italia, e rappresentano un esempio eccezionale di foreste complesse, che offrono un ampio spettro di modelli ecologici e diversi tipi di faggi, in condizioni ambientali diverse. Il faggio europeo ha resistito a ogni glaciazione dell’ultimo milione di anni, sopravvivendo a qualsiasi condizione climatica avversa, nella parte meridionale del continente europeo. Dopo l’ultima Era Glaciale, circa 11.000 anni fa, il faggio ha cominciato a espandersi dalle zone del sud fino a ricoprire ampia parte del continente europeo. Il Comitato UNESCO ha inserito oggi i due parchi italiani nel bene seriale transazionale gia’ iscritto nel Patrimonio Mondiale UNESCO nel 2017. Le faggete italiane finora inserite nel sito transnazionale sono Valle Cervara, Selva Moricento, Coppo del Morto, Coppo del Principe e Val Fondillo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Cozzo Ferriero, nel Parco Nazionale del Pollino (Potenza); la Foresta Umbra, nel Parco Nazionale del Gargano; Monte Cimino (Viterbo); Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo) e Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentine.
“La notizia che oltre ottomila ettari di natura sono stati proclamati patrimonio dell’Unesco ci riempie di orgoglio e di gioia”, ha esultato su Twitter la sottosegretaria al ministero della Transizione Ecologica, Ilaria Fontana, mentre il ministro della cultura Dario Franceschini ha parlato di “una conferma dell’unicità degli ecosistemi del nostro Paese e dell’efficacia delle azioni di conservazione delle nostre aree protette”. E sempre Franceschini ha sottolineato l’importanza di estendere il riconoscimento di sito Unesco a un’ulteriore parte del centro storico di Firenze: “La dimostrazione di come il lavoro condiviso delle diverse realtà coinvolte possa portare a risultati importanti”.
Il centro storico di Firenze era stato già riconosciuto sito Unesco nel 1984. L’estensione riguarda: l’Abbazia di San Miniato, la Chiesa di San Salvatore al Monte, le Rampe, il Piazzale Michelangelo, il Giardino delle Rose e quello dell’Iris. “In tutto Firenze vanterà oltre 530 ettari di zone di inestimabile valore artistico, storico e ambientale”, ha detto il sindaco Dario Nardella, sottolineando la gratitudine dei fiorentini e dell’Italia per l’ulteriore riconoscimento mondiale. (@OnuItalia)