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mercoledì, Novembre 20, 2024

UNESCO: Via Appia entra nelle liste dei siti Patrimonio dell’Umanita’

NEW DELHI, 27 LUGLIO – La Via Appia – definita Regina Viarum dal poeta Stazio nel I secolo dopo Cristo – e’ entrata ufficialmente nella lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità. La decisione è stata presa dal Comitato Unesco riunito a Nuova Delhi. Con la Via Appia l’Italia conta adesso 60 siti Patrimonio dell’Umanità consolidando così il suo primato.

Un tracciato di oltre mille chilometri

Oltre mille chilometri, da Roma a Brindisi, che hanno visto scorrere un flusso ininterrotto di persone, merci, idee, civiltà, file di pellegrini diretti in Terra Santa, condottieri pronti a salpare per il Mediterraneo, e prima ancora i ribelli insorti con Spartaco catturati e crocifissi lungo la strada fino a Capua. Eccellente prototipo del sistema viario romano, ma anche e soprattutto crocevia di culture, la Via Appia e’ entrata ufficialmente nella lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità grazie al lavoro di squadra – sottolineano dal ministero della Cultura, che per la prima volta ha promosso direttamente la candidatura – che ha coinvolto 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni, 14 Parchi, 25 Università, rappresentanze delle comunità territoriali, associazioni, nonché il ministero degli Esteri e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede: l’Appia è infatti la strada dove sorse la prima catacomba, fu percorsa da Paolo per arrivare Roma e poi da Pietro e fu una delle prime ‘viae peregrinorum’.

“Soddisfazione e orgoglio” e’ stata epressa dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “È un punto di partenza – ha detto in un’intervista a Rainews24 – e non di arrivo: inizia una grande opera di valorizzazione con le amministrazioni locali affinché questo riconoscimento sia un’occasione di sviluppo socio-economico per le tante comunità che vivono su questi territori”. Intanto l’Italia sta lavorando alle  candidature “per le ville-fattorie del Chianti” e “per la cucina italiana”, ha ricordato il ministro.

Da Porta Capena a Brindisi

Il tracciato della Via Appia, iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, fu poi prolungato fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente. L’Appia iniziava a Porta Capena, nei pressi del Circo Massimo, e proseguiva fino a destinazione secondo un percorso lineare e agevole, che si interrompeva solo nei pressi di Terracina, dove era necessario attraversare un canale navigabile che fiancheggiava la via: chiamato decennovium perché era lungo 19 miglia, vi si procedeva tramite chiatte trainate da animali da tiro.

La bonifica di Traiano

Fu testimone illustre il poeta Orazio, che in una delle sue satire descrive il viaggio verso Brindisi lamentandosi delle zanzare che infestavano le paludi pontine. Solo sotto Traiano si provvide a bonificare la zona e a lastricare anche questo tratto di strada. Largo circa 4,10 m, una misura che rendeva facile la circolazione nei due sensi, il tracciato era affiancato da marciapiedi laterali contornati da monumenti funerari che i passanti potevano ammirare, spezzando la monotonia del viaggio. Stazioni di posta, alberghi, osterie, piccoli impianti termali e servizi per i viaggiatori scandivano il percorso. (@OnuItalia)

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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