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mercoledì, Novembre 20, 2024

Italia promuove dibattito su nuovi approcci alla riforma del Consiglio di Sicurezza

NEW YORK, 8 APRILE – Nel 2024 i 15 membri del Consiglio di Sicurezza rappresentano appena l’8% della popolazione del globo, molto meno che nel 1945 quando i cosiddetti P5 (Usa, Urss, Cina, Gran Bretagna e Francia) furono scelti perche’ “pericolosi e non virtuosi”: lo ha detto il politologo della Columbia University Michael Doyle intervenendo oggi all’Onu a una tavola rotonda interattiva sul tema della riforma del Consiglio, intitolata “La riforma delle Nazioni Unite: fare il punto e guardare avanti”.

UfCIn veste di Assistant Secretary-General per la pianificazione delle politiche, nel 2006 Doyle aveva fatto parte di un panel di tre esperti chiamati dall’allora Segretario Generale Kofi Annan per dirimere lo stallo che gia’ si profilava sul tema della riforma tra quanti chiedevano un aumento dei seggi permanenti del Consiglio e altre nazioni come l’Italia nettamente contrari a quello che all’epoca era definito un “quick fix” per aggiornare il massimo organo di governo politico del mondo nato subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Annan nel 2006 propose un modello di ritorna che resta di attualita’: la novita’ e’ che non avrebbe previsto nuovi membri permanenti con diritto di veto bensi’, al loro posto, una nuova categoria di membri dal mandato prolungato fino a otto-dieci anni. “Si parlo’ allora di nove anni, per svincolarli dai cicli elettorali”, ha ricordato Doyle.

“A quasi ottant’anni dalla nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, la riforma del suo Consiglio di Sicurezza è un tema non più procrastinabile che vede impegnati tutti gli Stati membri, con l’Italia in prima linea”, ha detto il Rappresentante Permanente italiano all’Onu Maurizio Massari aprendo l’incontro organizzato dall’Italia in collaborazione con la Foreign Policy Association (FPA) e UNITAR (Istituto ONU per la Formazione e la Ricerca) e che ha visto oltre 200 partecipanti in presenza e diverse centinaia di utenti collegati alla video-diretta, fra delegati ONU, rappresentanti dei media e della società civile.

“Il moltiplicarsi delle crisi e dei conflitti che è purtroppo sotto gli occhi di tutti, implica una nostra urgente responsabilità collettiva nel rendere il Consiglio davvero all’altezza del suo mandato”, ha aggiunto l’Ambasciatore riferendosi al ruolo di coordinamento italiano del gruppo “Uniting For Consensus” (UfC), che all’ONU spinge per la creazione di un Consiglio più rappresentativo delle regioni sottorappresentate (in particolare l’Africa), piu’ democratico, responsabile, trasparente ed efficace di quello istituito nel 1945 attraverso un aumento del numero e estensione della durata dei suoi seggi non-permanenti e una limitazione dell’uso del veto.

L’evento ha seguito di poche settimane la presentazione alle Nazioni Unite da parte dell’Italia (a nome del gruppo UfC) di una proposta di riforma aggiornata per il Consiglio di Sicurezza. E’ stato moderato dallo storico e opinionista Stephen Schlesinger e ha visto fra i suoi relatori l’Ambasciatore Volkan Bozkir, gia’ Presidente della 75ma sessione dell’Assemblea Generale ONU quando per la prima volta fu deciso che il veto da parte di un P5 sarebbe stato seguito da un dibattito in Assemblea Generale mentre Solomon Derrso, Direttore fondatore della Amani Africa Media and Research Services ha portato la voce dell’Africa nel dibattito. (@OnuItalia)

Alessandra Baldini
Alessandra Baldinihttps://onuitalia.com
Alessandra Baldini e’ stata la prima donna giornalista parlamentare per l’Ansa, poi corrispondente a Washington e responsabile degli uffici Ansa di New York e Londra. Dirige OnuItalia.

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