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mercoledì, Novembre 20, 2024

UfC: Massari, una proposta aggiornata in nome del compromesso

NEW YORK, 18 MARZO – Il Rappresentante Permanente d’Italia alle Nazioni Unite, l’Ambasciatore Maurizio Massari, nella sua facoltà di coordinatore del gruppo Uniting for Consensus (UfC), ha presentato oggi all’Assemblea Generale la proposta di riforma del Consiglio di Sicurezza formulata dal gruppo UfC. Come evidenziato dall’Amb. Massari nel corso della plenaria sui Negoziati Intergovernativi (IGN), il modello di riforma elaborato dal gruppo UfC, composto da Argentina, Canada, Colombia, Costa Rica, Malta, Messico, Pakistan, Corea del Sud, San Marino, Spagna e Turchia, mira a mettere in atto un ampio processo di riforma del Consiglio di Sicurezza che, in linea con la decisione 62/557 dell’Assemblea Generale, renda il CdS più rappresentativo, democratico, responsabile, trasparente, ed efficace.

L’ambasciatore Massari ha esordito sottolineando che il modello presentato in data odierna dall’UfC è una versione aggiornata della proposta di riforma condivisa precedentemente, rielaborata in modo da tenere conto delle istanze espresse dai Paesi Membri nel corso delle precedenti sessioni degli IGN.

Il modello UfC avanza chiare proposte di riforma che ruotano attorno a cinque temi nodali: categorie di membership, questioni relative al veto, rappresentanza regionale, dimensione del Consiglio allargato e suo funzionamento, rapporti tra Consiglio di Sicurezza e Assemblea Generale. Il documento di UfC, pur articolando i punti di chiave della riforma in modo preciso e definito, concede ampio margine di flessibilità e apertura sui dettagli esecutivi perché, come ha ribadito il PR Massari, l’obiettivo ultimo è assicurare che i negoziati intergovernativi, l’unica legittima piattaforma negoziale per la riforma del CdS secondo UfC, conseguano un progresso concreto.

Nella sua presentazione, l’Ambasciatore ha messo in luce l’indiscussa convergenza della membership su tre punti nodali: l’aumento del numero dei seggi non permanenti, la priorità alle regioni con scarsa rappresentanza in senso al CdS, e il riconoscimento della legittima aspirazione di alcuni Stati Membri a servire un mandato superiore al massimo di due anni attualmente concesso.

Al cuore della proposta articolata da UfC è l’ampliamento del Consiglio aumentando il numero di membri non permanenti eletti a 22, così da migliorarne la rappresentatività e legittimità. La posizione di UfC in merito all’aumento del numero di membri permanenti del CdS resta invece irremovibilmente contraria in quanto, come ha sottolineato l’Amb. Massari parlando a nome dell’intero gruppo UfC: “L’ampliamento della membership permanente intaccherebbe il principio di pari sovranità tra gli Stati Membri e renderebbe il CdS meno democratico, poiché non sussistono sufficienti strumenti a garantire che i membri permanenti siano chiamati a rispondere delle loro azioni davanti al resto della membership rappresentata nell’Assemblea Generale”.

Riconoscendo l’urgente necessità di superare lo stallo decennale dei negoziati intergovernativi, il PR Massari ha insistito sull’apertura al compromesso che anima UfC e sottolineato l’impegno del gruppo a un approccio costruttivo in nome di un’efficace riforma del CdS che ne garantisca un adeguato funzionamento. (@OnuItalia)

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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