LONDRA, 1 DICEMBRE – L’Italia e’ stata riconfermata al Consiglio dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO). “Siamo il Paese più votato: un risultato storico che dimostra la centralità italiana nella promozione della cooperazione marittima, della sicurezza della navigazione e della protezione dell’ambiente marino”, ha commentato su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani appreso l’esito della votazione.
I risultati sono stati annunciati oggi a Londra, dopo un’assemblea durante la quale per l’Italia è intervenuto nei giorni scorsi per la prima volta un esponente politico di governo: il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi. Sono stati eletti i rappresentanti di 40 Stati suddivisi in categorie a seconda delle dimensioni e del peso marittimo, 10 di categoria A, 10 di categoria B e 20 di categoria C.
L’Italia, in corsa fra i candidati nella categoria A, ha incassato 146 voti, secondo una nota diplomatica diffusa nella capitale britannica per ribadire “il successo” italiano in questo contesto. Alla pari al primo posto anche Giappone e Grecia, davanti a tutti gli altri Paesi eletti nell’ambito della prima decina: con un voto in più della Cina, quarta classificata, e – a seguire – 4 voti in più di Norvegia e Panama, 5 della Corea del Sud, 7 del Regno Unito padrone di casa, 9 degli Usa.
Sempre nella categoria A, è rimasta fuori dal consiglio la Russia, ferma a 80 suffragi su un totale di 166 delegazioni nazionali votanti e 162 schede valide.
Il consiglio dell’IMO e’ il braccio esecutivo di questa istituzione internazionale chiave sul fronte delle relazioni marittime mondiali e dell’economia del mare (o blue economy). Il board e’ responsabile fra l’altro del coordinamento delle attività e dell’attuazione delle strategie politiche dell’organizzazione, delle verifiche sui piani di lavoro e sul bilancio di previsione, oltre che della supervisione su altri organismi
interni, della nomina del Segretario Generale o della stipula di accordi riguardanti i rapporti con altri soggetti internazionali. (@OnuItalia)