ROMA, 29 NOVEMBRE – Venerdì 1 dicembre arriveranno a Fiumicino, con un volo provenienti da Beirut, 62 rifugiati siriani, tra cui numerosi minori, che hanno vissuto a lungo nei campi profughi libanesi e in alloggi precari alla periferia di Beirut. Altri 18 giungeranno, sempre dalla capitale libanese, il 6 dicembre. I rifugiati saranno accolti al Terminal 5 di Fiumicino da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marta Bernardini, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e
rappresentanti dei Ministeri dell’Interno e degli Esteri.
Il nuovo arrivo in Italia – in un momento difficilissimo per il Libano anche a causa del vicino conflitto israelo-palestinese – è reso possibile grazie ai Corridoi Umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo coi Ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dal febbraio 2016 hanno portato in salvo in Italia, solo da questo paese, oltre 2.700 persone. Complessivamente in Europa con i Corridoi Umanitari sono giunti oltre 6.700 rifugiati.
I nuclei familiari saranno accolti in diverse regioni italiane, in parte grazie ai loro parenti, giunti in precedenza coi Corridoi Umanitari e ormai bene integrati nel nostro Paese, in parte in case messe a disposizione da famiglie italiane e associazioni. Queste ultime li accompagneranno nel percorso di integrazione, grazie all’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, all’inserimento nel mondo lavorativo.
I corridoi umanitari, interamente autofinanziati, sono un’iniziativa della società civile che rivela quanto sia possibile coniugare la salvezza dai viaggi in mare – e quindi dai trafficanti di esseri umani – con l’accoglienza e l’integrazione. Una best practice riconosciuta a livello internazionale che può diventare un modello per tutta l’Unione Europea. In questo tempo, segnato dal moltiplicarsi delle guerre, sono una risposta concreta per persone e famiglie vulnerabili, che hanno il diritto di essere protette e a cui va offerto vita e speranza per il futuro. (@OnuItalia)