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giovedì, Novembre 7, 2024

UNGA77: Italia all’ONU celebra le tappe di 67 anni nell’organizzazione mondiale

NEW YORK, 6 SETTEMBRE – L’anno 2022 marca il 67esimo anniversario della presenza italiana all’interno dell’ONU. Lo ha ricordato la Rappresentanza Permanente italiana alle Nazioni Unite di New York con un’infografica su Twitter che presenta alcuni dei passaggi fondamentali della storia della diplomazia italiana alle Nazioni Unite in vista della prossima Assemblea Generale di fine settembre.

Il Segretario Generale Dag Hammarksjold stringe la mano a Alberico Casardi mentre viene innalzato per la prima volta il Tricolore all’Onu

L’Italia fu ammessa alle Nazioni Unite il 14 dicembre 1955, dieci anni dopo la fondazione dell’organizzazione mondiale per la pace, a causa dei veti incrociati posti dai membri del Consiglio di Sicurezza all’ingresso di nuovi Stati che avrebbero potuto accrescere l’influenza di uno dei due blocchi all’interno dell’organismo. Dal momento dell’ingresso, l’Italia ha basato la sua politica estera proprio sul multilateralismo come strumento di promozione della pace e sicurezza internazionale e di cooperazione per lo sviluppo economico e la tutela dei diritti umani. Questo impegno fu riconosciuto e certificato già nel 1965, quando Amintore Fanfani venne eletto a presiedere la 20esima Assemblea Generale, primo e tuttora unico italiano ad ottenere tale incarico.

Un altro importante tassello dell’azione italiana alle Nazioni Unite risale gli anni ‘90, quando sotto l’energica guida del Rappresentante Permanente Francesco Paolo Fulci l’Italia fondo’ il cosiddetto “Coffee Club”, antenato dell’attuale gruppo ‘Uniting for Consensus’, in opposizione alla proposta di aumentare il numero dei membri permanenti e l’obiettivo di riformare il Consiglio di Sicurezza all’insegna di una maggiore rappresentativita’ e trasparenza. L’Italia è stata membro non permanente del Consiglio sette volte con mandati biennali nel corso della sua storia all’ONU.

L’Italia ospita inoltre il terzo più grande hub delle Nazioni Unite dopo quelli di New York e di Ginevra. Al Polo agroalimentare romano (FAO, IFAD, WFP) si aggiungono infatti l’UNHRD ed il Global Service Centre di Brindisi e lo Staff College di Torino. Non solo presenza fisica, ma l’Italia è anche il settimo maggior contributore al bilancio dell’ONU in termini finanziari, ed il primo quanto a fornitura di caschi blu tra i paesi occidentali, come ad esempio a partire dal 2006 nella missione UNIFIL per il Libano, guidata fino allo scorso anno dall’italiano Stefano Del Col dopo altri tre generali italiani: Claudio Graziano, Paolo Serra e Luciano Portolano.

Tra i più grandi successi conseguiti dall’Italia alle Nazioni Unite, c’e’ stata poi l’adozione della prima moratoria sull’uso della pena di morte nel 2007. Il ruolo primario ricoperto dall’Italia prosegue ancora oggi, con la nomina a Vice Presidente dell’ECOSOC per l’anno 2022 del Rappresentante Permanente Maurizio Massari nell’ambito della presenza dell’Italia nell’organo deputato alle questioni economiche e sociali per il triennio 2022-24. (@giorgiodelgallo)

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