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martedì, Dicembre 3, 2024

Corridoi umanitari: a Fiumicino con volo Solidaire da Islamabad 230 profughi afghani

ROMA, 27 LUGLIO – Sono arrivati oggi con un volo proveniente da Islamabad 230 profughi afghani che erano rifugiati in Pakistan dallo scorso agosto. Il loro ingresso in Italia è stato reso possibile grazie al protocollo di intesa con lo Stato italiano, firmato il 4 novembre 2021 da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Tavola Valdese, Arci, Caritas Italiana, IOM, INMP e UNHCR.

Insieme ad altri arrivi dall’Iran, il 25 luglio, e domani, giovedì 28 luglio, saranno complessivamente oltre 300 i rifugiati afghani accolti nel nostro paese, in diverse regioni da Nord a Sud, grazie ai corridoi umanitari: un progetto totalmente a carico delle associazioni, reso possibile grazie alla generosità e all’impegno gratuito e volontario di tanti cittadini italiani, che hanno offerto le loro case per ospitare ma anche congregazioni religiose, ONG e diversi soggetti della società civile. Tra queste Solidaire, che, in collaborazione con Open Arms, ha contribuito all’organizzazione del volo dal Pakistan.

In occasione dell’accoglienza dei profughi, si è svolta una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Marina Sereni, viceministra degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale; Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio; Daniele Garrone, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese; Filippo Miraglia, responsabile nazionale Immigrazione di Arci; Valentina Brinis, Open Arms.

Sereni: Italia non abbandona il popolo afghano

“Come governo italiano abbiamo preso l’impegno a non abbandonare il popolo afghano”, ha detto Marina Sereni: “La situazione umanitaria è molto seria, soprattutto per le donne e le bambine, a cui non è stato consentito di tornare a scuola. Non possiamo consentire che i bambini afghani perdano il loro futuro. Il governo italiano continuerà, coi propri partner e le agenzie internazionali, a portare aiuti umanitari in Afghanistan e nei Paesi limitrofi. Abbiamo il dovere dell’accoglienza nei confronti di chi verrà in Italia grazie ai corridoi umanitari, che sono frutto del lavoro della società civile italiana, che grazie alla collaborazione dei ministeri dell’Interno e degli Esteri, hanno realizzato questo primo arrivo”.

“Oggi per 300 profughi afghani si realizza una promessa: quella di non abbandonarli dopo il ritorno al potere dei talebani lo scorso agosto”, ha dichiarato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio: “Queste persone saranno ospitate, in diverse città, dalle nostre Comunità, ma anche da cittadini e congregazioni religiose che hanno voluto aprire le porte delle loro case. Mentre milioni di persone che fuggono da guerre, fame e cambiamenti climatici per cercare un futuro rischiano di scomparire dai riflettori o di divenire oggetto di strumentalizzazione politica, l’Italia mostra il suo volto umano grazie ai corridoi umanitari e a una virtuosa sinergia tra la società civile e le istituzioni”.

Dimensione ecumenica unisce cattolici e protestanti

Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e Alessandra Trotta, moderatrice della Tavola Valdese, hanno dichiarato: “Anche gli evangelici accolgono con gioia i beneficiari di questo corridoio umanitario per i profughi afghani. La dimensione ecumenica, che vede insieme evangelici e cattolici, è per noi particolarmente significativa. Oggi accogliamo i profughi afghani così come in passato abbiamo accolto quelli dalla Siria e dalla Libia, ma in questi giorni siamo anche impegnati in azioni di sostegno a chi è fuggito dall’Ucraina, convinti che non si possa fare differenza tra europei e non europei. Speriamo inoltre di poter aprire un corridoio dalla Bosnia a favore di profughi letteralmente intrappolati lungo la rotta balcanica. Operando anche a Lampedusa e toccando con mano gli effetti anche tragici delle migrazioni irregolari, ribadiamo l’urgenza di un piano europeo per l’apertura di vie legali e sicure sia per i migranti che i richiedenti asilo, affinché chi fugge o migra non debba mai più rischiare la vita”

Filippo Miraglia, responsabile immigrazione di Arci nazionale, ha dichiarato: “L’Arci è molto soddisfatta di partecipare per la prima volta ai corridoi umanitari: se queste persone oggi arrivate in aereo, accolte da noi e dall’Italia con generosità, si fossero messe in viaggio da sole per cercare protezione, e fossero arrivate alle frontiere dell’UE, rivolgendosi ai trafficanti come sono obbligate a fare il 99% delle persone in fuga, verrebbero chiamate con disprezzo ‘clandestini’ “. Miraglia ha ringraziato la rete nazionale dei Circoli Rifugio dell’Arci, che offriranno accoglienza materiale e sostegno e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai che ha deciso di dare priorità con i fondi dell’8×1000 ad interventi di accoglienza e inclusione per le persone in fuga dal regime afghano.

“Il viaggio ha un valore molto alto per noi perché stiamo accompagnando persone che vogliono fuggire dal luogo in cui vivono perché lì sono in pericolo”, ha detto Enrique Piñeyro, presidente della ONG Solidaire: “Le donne in Afghanistan, tra matrimoni forzati, l’impossibilità di studiare, l’impossibilità di uscire di casa sole, vivono una condizione disumana. Poter essere d’aiuto affinché riescano a vivere una vita normale, è molto gratificante.” Solidaire ha messo a. disposizione l’aereo mentre Oscar Camps, fondatore di Open Arms, si e’ trovato nell’aeroporto di Islamabad, collaborando per la realizzazione di un corridoio umanitario che ha portato al sicuro donne e bambine afghane: “Per noi che siamo abituati a soccorrere in mare in condizioni difficili, è un orgoglio poter evacuare queste persone attraverso canali sicuri e legali. Continueremo a essere in mare, ma è importante anche cercare di evitare una sofferenza non necessaria, facilitando in ogni modo possibile questi corridoi umanitari”. (@OnuItalia)

Alessandra Baldini
Alessandra Baldinihttps://onuitalia.com
Alessandra Baldini e’ stata la prima donna giornalista parlamentare per l’Ansa, poi corrispondente a Washington e responsabile degli uffici Ansa di New York e Londra. Dirige OnuItalia.

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