ROMA, 15 FEBBRAIO – Con l’obiettivo di curare 200 mila persone entro il 2026 ha preso il via il nuovo progetto di CBM in Ruanda. Ci vorranno infatti cinque anni, secondo la Ong impegnata nella cura e prevenzione della cecità, per potenziare i servizi oculistici all’Ospedale Kabgayi – dove avviene l’80% degli interventi di tutto il Paese – e formare i medici locali dell’Ospedale Gahini, situato nella zona est del Paese dove oggi non c’è neanche un oculista.
“Ricordo quando Emmanuel qualche anno fa andava a scuola, giocava con i suoi amici, mi aiutava a dar da mangiare alle capre e andava a prendere l’acqua al fiume. Da qualche anno non fa più niente di tutto questo: ha un difetto alla vista che peggiora ogni giorno, e ho paura che diventerà cieco”, dice Cecilia, la mamma di un bimbo di 11 anni, le cui condizioni di vita sono peggiorate progressivamente a causa di una disabilità visiva, curabile con un intervento troppo costoso per la sua condizione di contadina.
CBM ha permesso a Cecilia di portare Emmanuel all’Ospedale Kabgayi, dove è stato sottoposto a una vitrectomia che lo ha aiutato pian piano a riprendersi. Il bambino non recupererà mai del tutto la vista: se l’intervento fosse stato piu’ tempestivo, sarebbe stato un successo sicuro, ma nel caso di Emmanuel è avvenuto purtroppo troppo tardi, quando la situazione era già molto compromessa.
Ecco perché CBM – spiega un comunicato – nei suoi progetti si concentra particolarmente sulla prevenzione, accessibilità e capillarità delle visite per adulti e bambini.
In Ruanda, su 13 milioni di abitanti, 1,2 milioni hanno disabilita’ visive secondo la IAPB (Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità). L’ospedale Kabgayi è il principale centro oculistico pediatrico del Ruanda, situato nella zona sud del Paese e punto di riferimento per le cure oculistiche nazionale oltre che dei Paesi limitrofi come Repubblica Democratica del Congo e Burundi. Gestito dalla diocesi cattolica di Kabgayi, l’Ospedale collabora fin dalla sua nascita nel 1993 con il Ministero della Salute ruandese e con CBM, impegnata a rendere i servizi oculistici disponibili e accessibili alla popolazione povera. L’ospedale è specializzato nell’oculistica pediatrica e nelle cliniche oculistiche mobili, che raggiungono i villaggi più lontani per individuare le persone, soprattutto i bambini, più vulnerabili. Al proprio interno ha anche un laboratorio ottico dove vengono realizzati occhiali da vista per pazienti con difetti refrattivi.
CBM si impegna ora da un lato a estendere i servizi oculistici integrati e di qualità (medicine, strumenti, ausili e occhiali, visite, screening e sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità) con l’obiettivo di curare entro il 2026 200.000 persone. Dall’altro promuove la formazione del personale medico locale anche nella parte orientale del Paese, dove sorge un altro ospedale importante, il Gahini Hospital, che al momento però non ha neanche un oculista, mentre il bisogno è urgente (in questa area del Paese vive un quarto dell’intera popolazione ruandese).
“Questo ambizioso ma necessario progetto che abbiamo avviato in Ruanda è in linea con il Piano strategico sulla salute del Ministero della Salute ruandese (2018-2024) che ha l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno nell’accesso ai servizi di salute visiva”, commenta Massimo Maggio, direttore di CBM Italia. “Sappiamo che nei Paesi in Via di Sviluppo si concentra l’80% del miliardo di persone con disabilità presenti al mondo, il che significa che esiste un ciclo che lega povertà e disabilità che è necessario spezzare. CBM cerca di farlo operando ogni giorno attraverso progetti di salute, educazione, vita indipendente che mettono al centro le persone con disabilità”. (@OnuItalia)