NEW YORK, 29 OTTOBRE – Al termine di una settimana intensa settimana in Consiglio di Sicurezza, che ha convocato diverse riunioni (anche di emergenza) sulle crisi in Africa, Carlotta D’Amico, funzionaria per i dossier africani alla Missione Permanente d’Italia all’ONU a New York, illustra il lavoro svolto per “Voci dal Palazzo di Vetro”, la podcast settimanale della missione italiana all’ONU disponibile su Spotify e altre piattaforme social.
D’Amico fa in particolare riferimento alle crisi in Sudan, Mali, Sahel e alle missioni ONU nel continente, tutte questioni messe in agenda dal Kenya alla fine della sua presidenza di turno del Consiglio. Erano in programma briefing e consultazioni ordinarie su MINUSMA, la missione in Mali, e UNISFA, la missione di interposizione al confine conteso tra Sudan e Sud Sudan. Si e’ inoltre svolto un debriefing sulla visita del Consiglio di Sicurezza nel Sahel, la prima dal Covid, e un dibattito aperto sulla cooperazione tra Onu, Unione Africana e unioni regionali per il mantenimento della pace.
Si e’ svolta popi una riunione di emergenza sul Sudan subito dopo il rientro della missione del Consiglio in Sahel che ha richiesto due giorni di riunioni a porte chiuse per la messa a punto di una dichiarazione alla stampa che fa riferimento alla presa di potere della Conferenza militare del governo di transizione, richiede il rilascio del primo ministro e altri funzionarie membri del governo, fa appello al divieto della violenza e invita i militari al ritorno del rispetto della carta costituzionale.
La visita in Sahel ha portato i membri del Consiglio di Sicurezza a visitare Mali e Niger e il briefing ha sottolineato situazioni, soprattutto in Mali, di estrema insicurezza sia nell’area nord che in quella centrale del Paese, con la proliferazione di gruppi armati e terroristi su cui il governo e la stessa missione Onu ha difficolta’ a mantenere il controllo e cio’ causa serie difficolta’ tra cui la chiusura di migliaia di scuole e un numero indefinito di sfollati interni. Tra le questioni affrontate nel briefing c’e’ stata anche la possibilita’ di rivedere il mandato di MINUSMA alla luce di questa crisi, ha detto la funzionaria italiana.
L’altra missione di cui si e’ occupato il Consiglio nel corso della settimana e’ stata UNISFA che cerca di mantenere la stabilita; nella regione di confine di Abyei tra Sudan e Sud Sudan: era una riunione prevista ma e’ stata l’occasione per i membri del Consiglio di esprimersi pubblicamente per la prima volta sul colpo di stato in Sudan, lasciando intravedere prima ancora della dichiarazione stampa la dinamica e le posizioni dei vari stati membri. Si e’ parlato anche della difficolta della missione, che e’ peculiare perche’ e’ uninazionale, tutti i suoi componenti cioe’ sono di nazionalita’ etiope. Questo ha causato difficolta’ e la richiesta da parte del Sudan di trasformarla in forza multilaterale. La richiesta e’ stata accettata dalle Nazioni Unite, ma e’ stata messa in discussione, da ultimo, dal colpo di Stato in Sudan.
Tra i dibattiti aperti quello proposto dal Kenya sulla cooperazione tra UA e ONU e’ un cavallo di battaglia dell’ultima tendenza per la comunita’ internazionale di cercare di coinvolgere il piu’ possibile le organizzazioni regionali che sono piu’ consapevoli delle sfide della regione. E’ emerso il bisogno di una maggiore solidarieta’ con il continente africano e un impegno di risorse maggiore da parte della comunita’ internazionale e in particolare delle Nazioni Unite.
Per quanto riguarda l’Italia e’ stata di particolare interesse, uscendo dal Consiglio di Sicurezza, una riunione sulla situazione in Centrafrica in cui e’ stato riconosciuto il ruolo importante svolto dalla Comunita’ di Sant’Egidio: un ruolo di mediazione, di dialogo e di avvicinamento delle parti fondamentale per facilitare il ‘Dialogo Repubblicano’, lo strumento che il governo centrafricano sta mettendo in piedi per avvicinare le parti verso una transizione che porti a una pace duratura. (@OnuItalia)