ROMA, 17 MARZO – Le agenzie umanitarie si uniscono in favore dei profughi del Sud Sudan: UNHCR (Agenzia ONU per i Rifugiati) e i suoi partner chiedono 1,2 miliardi di dollari per fornire assistenza umanitaria salvavita a più di 2,2 milioni di rifugiati che vivono nei cinque paesi confinanti.
Milioni di cittadini sud sudanesi sono stati costretti a fuggire oltre confine o all’interno del proprio Paese, diventato quasi un decennio fa la nazione più giovane del mondo. La crisi continua a riguardare soprattutto i giovani, con oltre il 65% della popolazione rifugiata di età inferiore ai 18 anni, compresi 66.000 minori che sono stati separati dai loro genitori o da chi si prende cura di loro.
Per Unhcr anche se sono stati fatti alcuni progressi nell’attuazione dell’ultimo accordo di pace, i bisogni umanitari e di protezione rimangono elevati per quella che resta la più grande crisi di rifugiati del continente africano.
La maggior parte dei rifugiati sud sudanesi sono ospitati in aree relativamente remote e sottosviluppate. La pandemia di COVID-19 unita alle sfide legate ai cambiamenti climatici, tra cui gravi inondazioni, siccità e locuste del deserto, hanno aggravato una situazione già difficile.
I fondi servono urgentemente per fornire assistenza salvavita, inclusi alloggi, accesso all’acqua potabile, istruzione e servizi sanitari. La carenza di cibo è particolarmente acuta, poichè i fondi insufficienti hanno già comportato tagli alle razioni alimentari, con un impatto negativo su centinaia di migliaia di rifugiati.
Con la pandemia che si ripercuote sulle condizioni socio-economiche sia dei rifugiati che delle comunità ospitanti, la risposta umanitaria per il 2021 dedicherà una rinnovata e maggiore attenzione a misure per rafforzare la resilienza e sostenere i mezzi di sussistenza.
I partner umanitari intensificheranno anche la prevenzione della violenza di genere e daranno priorità al sostegno alle persone con esigenze specifiche, anche rafforzando i programmi di protezione dei minori e incrementando il sostegno psicosociale e gli interventi a tutela della salute mentale.
La Repubblica Democratica del Congo (RDC), l’Etiopia, il Kenya, il Sudan e l’Uganda continuano a ospitare generosamente i rifugiati sud sudanesi e a progredire verso la loro inclusione nei sistemi nazionali, compresi la sanità e l’istruzione, in linea con il Global Compact sui Rifugiati.
Sebbene circa 350.000 rifugiati abbiano preso autonomamente la decisione di tornare in Sud Sudan dal 2017, e si stia lavorando per far avanzare il processo di pace e sostenere questi ritorni, non ci sono ancora le condizioni per il ritorno su larga scala e sono necessari fondi ora per aiutare i rifugiati e le comunità locali che li hanno accolti.
Il Piano di risposta regionale per i rifugiati del Sud Sudan del 2021 integra quello di risposta umanitaria (HRP) del Sud Sudan per il 2021. L’HRP richiede 1,7 miliardi di dollari di finanziamenti per fornire assistenza e protezione salvavita a 6,6 milioni di persone.