ALAMATA, 15 GENNAIO – A quasi due mesi dall’inizio del conflitto in Etiopia, la situazione umanitaria continua a peggiorare: lo afferma Medici senza Frontiere che senza sosta si sta adoperando per portare assistenza umanitaria e sanitaria ai civili colpiti.
Secondo l’ong le organizzazioni umanitarie ancora non hanno accesso alle aree più colpite, nonostante l’accordo firmato a inizio dicembre tra le Nazione Unite e il Governo Federale per consentire l’accesso agli aiuti nel Tigrè.
Si stima che l’intensificarsi del conflitto possa ripercuotersi su nove milioni di persone, mentre il numero degli sfollati ha superato il milione all’interno e fuori dai confini dell’Etiopia. L’impatto del conflitto sull’accesso della popolazione a cure mediche salvavita e all’assistenza umanitaria desta grande preoccupazione considerando anche che già prima dell’inizio dei combattimenti, 600.000 persone nel Tigrè dipendevano dagli aiuti.
Le équipe di Msf hanno fornito supporto a più di 4.000 sfollati interni in alcune aree del Tigrè occidentale e di Abdurafi, offrendo cure mediche, acqua potabile, kit igienico-sanitari e costruendo latrine d’emergenza.
Nelle strutture sanitarie nella città di Alamata, nel Tigrè meridionale, abbiamo formato più di 70 unità, formate da personale medico e non, per la gestione di emergenze, come l’improvviso afflusso di un numero elevato di feriti, e donato medicinali e forniture mediche a ospedali e centri di salute per garantire la continuità dei servizi.
Il 5 novembre scorso, racconta MSF, ”il nostro team ha iniziato a supportare il centro sanitario gestito dal Ministero della Salute a Midre Genet, una città in una zona remota che stava ricevendo un afflusso di feriti dalle zone di confine. In poche ore, il team è dovuto passare dalle attività quotidiane del progetto alle cure mediche in emergenza per feriti di guerra: ”In una sola settimana, insieme al personale del Ministero della Salute, abbiamo curato 265 vittime, molte con ferite gravi’’.
I combattimenti si sono poi spostati in altre parti della regione del Tigrè e il team si è concentrato sul supporto agli sfollati interni. Quello che è accaduto nei primi giorni di scontri ha avuto un enorme impatto sulla salute mentale, per questo, viene anche fornito supporto psicosociale a tutti gli operatori sanitari per aiutarli ad affrontare questa traumatica situazione.