ROMA, 13 MARZO – Pubblichiamo una lettera dell’UNHCR diretta a tutti coloro che, soprattutto in Italia, stanno lottando contro l’epidemia di coronavirus. E’ un invito alla resilienza delle persone e al buonsenso che deve prevalere in qualunque azione.
”Ciao, mi auguro che tu e i tuoi cari stiate bene.
Ti scrivo perché in questo momento tutti, indistintamente, ci troviamo a vivere un periodo complicato. Non è facile per nessuno di noi, siamo preoccupati per noi stessi, per i nostri familiari vicini e lontani. Non siamo abituati a “restare a casa”, ma sono certa concorderai sul fatto che è l’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare per contenere la diffusione del virus proteggendo così noi stessi e la comunità.
Credo siano proprio questi i momenti che ci fanno riscoprire l’importanza della solidarietà, dell’aiuto reciproco, dell’autodisciplina.
Anni fa avevamo lanciato una campagna dal titolo ‘Routine is Fantastic’ con cui invitavamo a riconsiderare la propria routine e apprezzarla pensando ai milioni di rifugiati nel mondo che hanno perso tutto a causa di guerre violenze e persecuzioni. Ecco, in questi giorni più che mai penso a quanto sia preziosa la nostra routine e quanto sia prezioso il quotidiano che spesso viviamo nell’inevitabile rapidità dei nostri tempi, senza avere il tempo per apprezzarlo.
Oggi che la nostra vita è diversa, che le nostre abitudini sono cambiate mi trovo a riflettere ancora una volta su questo concetto, su quanto tutti gli esseri umani tendano a dare per scontata la bellezza della quotidianità per accorgersi solo in circostanze di limitazione forzata di quanto sia complesso rinunciare alle proprie abitudini. Siamo sospesi, le strade sono silenziose, il tempo dilatato, ci poniamo molti interrogativi e dobbiamo imparare a convivere con le nostre paure.
Sono certa che proverai anche tu una gratitudine infinita per tutti i medici, gli infermieri, la Protezione Civile e per tutti quanti stanno lavorando notte e giorno per curare le tante persone che hanno contratto il coronavirus e per evitare che altre possano contagiarsi. Pensando a loro non può il mio pensiero non andare ai tanti colleghi che in moltissimi paesi del mondo vivono ogni giorno le stesse sfide, le stesse difficoltà lo stesso desiderio di salvare più vite umane possibili e la stessa disperazione quando mancano le risorse e la possibilità di farlo.
Come te oggi resto a casa e penso che solo la solidarietà collettiva, solo la resilienza, solo restare uniti in un abbraccio virtuale prima di poterlo fare di nuovo di persona, potranno consentirci di superare questo momento difficile.
Restiamo uniti sempre, fiduciosi che tutto andrà bene.
Grazie per essere al nostro fianco, oggi più che mai”.
Laura Iucci, UNHCR Italia