NEW YORK, 18 GIUGNO – Nove miliardi entro il 2050: le nuove stime delle Nazioni Unite sulla popolazione mondiale affermano che raggiungerà i 7 miliardi nel 2015 e si attesterà a 9 miliardi nel 2050, un incremento dovuto soprattutto ai paesi in via di sviluppo e in particolare all’India. ”Non ci sono grandi cambiamenti per le stime più recenti, e le valutazioni per il futuro non sono state modificate”, ha spiegato a New York Hania Zlotnik, Direttore della Divisione Popolazione del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali (DESA) dell’Onu presentando la Revisione 2008 del ‘Word Population Prospects’.
Secondo il documento nove paesi contribuiranno per una metà all’incremento mondiale, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2050: India, Pakistan, Nigeria, Etiopia, Stati Uniti, Repubblica Democratica del Congo (DRC), Tanzania, Cina e Bangladesh.
Zlotnik ha rilevato che le attuali proiezioni sono basate sull’ipotesi che la fertilità diminuirà passando dall’attuale livello mondiale di 2,5 bambini per donna a 2,1, da adesso fino al 2050. La popolazione dei 49 paesi meno sviluppati cresce ancora oggi più velocemente rispetto al resto del mondo, a un ritmo del 2,3 per cento l’anno. Mentre è previsto che la popolazione dei paesi in via di sviluppo nell’insieme passerà dai 5,6 miliardi del 2009 ai 7,9 miliardi nel 2050, la popolazione delle regioni più sviluppate non cambierà di molto, passando da 1,23 a 1,28 miliardi. Quest’ultima sarebbe dovuta diminuire a 1.15 miliardi se non fosse stato per la proiezione del tasso netto di migrazione dai paesi in via di sviluppo a quelli sviluppati, che prevede lo spostamento annuale di circa 2,4 milioni di persone dal 2009 al 2050.
Le Nazioni Unite aggiungono che tali proiezioni tendenziali sono funzione della diminuzione della fertilità nei paesi in via di sviluppo. Senza un ulteriore calo della fertilità, la popolazione mondiale potrebbe aumentare fino a raggiungere quasi il doppio delle attuali stime. ”Sarà molto importante continuare ed anzi aumentare i finanziamenti, diminuiti nell’ultimo periodo, destinati alla pianificazione familiare, altrimenti sarà arduo che le nostre proiezioni si rivelino attendibili – ha aggiunto Zlotnik, secondo il quale le proiezioni dipendono anche dal tasso di incremento delle terapie antiretrovirali utilizzate per combattere l’AIDS e dagli sforzi profusi per controllare un’ulteriore diffusione del virus HIV.
Basandosi sui dati della ricerca, l’ONU conclude che sarà improbabile che la maggior parte dei paesi in via di sviluppo possa raggiungere l’obiettivo di ridurre di due terzi la mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni entro il 2050, uno degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.