ROMA, 23 MAGGIO – È positivo il giudizio dell’Onu sull’aderenza dell’ordinamento nazionale a quanto stabilito dalla Convenzione di Merida contro la corruzione del 2003. In base al secondo Rapporto di valutazione, previsto periodicamente per gli Stati contraenti, l’Italia è risultata soddisfare tutti i prescritti dall’intesa in materia di prevenzione e recupero dei beni.
Oltre a dare atto dei progressi compiuti a partire dal 2012 nella lotta alla corruzione, il report si concentra sull’efficacia dell’azione svolta dall’Anac – l’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone – affermando che la legislazione italiana ”prevede l’applicazione di tutte le disposizioni della Convenzione relative alla prevenzione”.
Il Rapporto è stato presentato alla Farnesina dal ministro degli Esteri Moavero Milanesi, dallo stesso Cantone e dal titolare della Giustizia Alfonso Bonafede, presente l’Ufficio dell’ONU per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), ed elogia il lavoro dell’Autorità sotto più aspetti, soprattutto per le buone prassi introdotte. Nello specifico, viene manifestato particolare apprezzamento per lo sviluppo di un modello di controllo sugli appalti pubblici economicamente rilevanti, così da impedire l‘infiltrazione mafiosa e quella criminale. Il riferimento è agli ‘High Level Principles per l’integrità, la trasparenza e i controlli efficaci di grandi eventi e delle relative infrastrutture’, che già l’Ocse aveva definito una best practice internazionale.
Più in generale, per quanto concerne i profili di competenza dell’Autorità, il Rapporto riconosce vari pregi al ‘modello’ italiano della prevenzione: la centralità del Piano nazionale anticorruzione redatto dall’Anac e lo sforzo per coinvolgere nell’elaborazione dei propri atti normativi tutti gli enti della pubblica amministrazione e gli stakeholder; la creazione di una piattaforma online dedicata alle segnalazioni interne di illeciti e l’istituzione di un ufficio specifico per la loro trattazione; la collaborazione con la società civile e l’impegno nella promozione di appositi programmi educativi all’interno delle scuole.
”Il lusinghiero giudizio dell’Onu sull’attività dell’Anac è per noi motivo di particolare orgoglio”, ha commentato Raffaele Cantone. ”Il Rapporto non solo riconosce il lavoro svolto nel corso di questi anni, ma dimostra quanto sia importante un’azione di sistema per contrastare la corruzione, nella quale la repressione non può essere disgiunta dalla prevenzione. Una valutazione tanto favorevole, fra l’altro – ha aggiunto – produce ricadute positive in termini di immagine e reputazione internazionale di cui può beneficiare tutto il Paese”.
La convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione è entrata in vigore nel dicembre 2005 allo scopo di promuovere le misure anticorruzione, facilitare la cooperazione internazionale in questo ambito e promuovere la corretta gestione della cosa pubblica. Il primo ciclo di valutazione per l’Italia (2010-2015) ha riguardato i capitoli della repressione e della cooperazione internazionale, il secondo ciclo (2010-2020) quello della prevenzione e dell’asset recovery.