NEW YORK, 13 NOVEMBRE – In vista della prima Giornata Internazionale per la lotta al crimine organizzato una mostra a New York rende omaggio al lavoro dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino assassinati dalla mafia, ne ricorda il metodo investigativo, e guarda al futuro.
“Questa mostra racconta una storia unica: la storia dell’esperienza italiana nella lotta al crimine organizzato, sia a livello nazionale che internazionale, evidenziando l’importanza del ruolo di leadership dell’Italia in questo settore”, ha detto all’inaugurazione il Rappresentante permanente italiano all’Onu, Maurizio Massari: “Il lavoro di Falcone e Borsellino, he hanno guidato la lotta contro le organizzazioni mafiose italiane, ha aperto la strada all’adozione della Convenzione di Palermo con la Risoluzione 55/25 dell’Assemblea Generale, che l’ex Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan ha definito “uno strumento unico per affrontare il problema globale del crimine organizzato.” Quando il crimine attraversa i confini, anche l’applicazione della legge deve farlo.
La risoluzione sulla Giornata Internazionale
Il 15 novembre come Giornata internazionale per la lotta al crimine organizzato transnazionale e’ stato approvato dall’Assemblea Generale in marzo su proposta di Italia, Colombia, Repubblica Dominicana, Giappone, Marocco, Bulgaria e Arabia Saudita. La data e’ stata scelta per ricordare il 15 novembre 2000, in cui l’Assemblea Generale ONU adotto’ la Convenzione ONU contro il Crimine Organizzato Transfrontaliero (c.d. Convenzione di Palermo) che fu poi aperta alla firma a Palermo, nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite sul crimine organizzato del dicembre di quello stesso anno.
Massari ha ricordato che questo percorso parte da lontano: ha avuto inizio a metà degli anni Ottanta con il Maxiprocesso contro la mafia siciliana. Nonostante i progressi, pero’, il crimine organizzato resta una sfida significativa, e il bisogno di cooperazione è ancora urgente, ha detto l’Ambasciatore osservando che le tragedie dell’assassinio dei due giudici non hanno solo spezzato vite, hanno anche innescato un cambiamento rivoluzionario, rafforzando la determinazione dell’Italia nella lotta contro il crimine organizzato.
Il metodo Falcone, Follow the Money
L’approccio investigativo creato da questi giudici, noto come “Metodo Falcone,” si basa su una regola semplice: “Follow the Money”. Questo metodo rimane essenziale oggi, poiché le agenzie monitorano i flussi finanziari per scoprire le connessioni tra organizzazioni criminali e imprese. Il crimine organizzato non conosce confini, e nessun paese è immune alle sue minacce. Per questo – ha osservato Massari, la Convenzione di Palermo conta oggi 192 paesi aderenti, praticamente il mondo intero.
La mostra, che prima di New York ha fatto tappa a Vienna, e’ stata promossa dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Ministero dell’Interno e dal Ministero della Giustizia. Si tratta della prima rassegna dedicata a ripercorrere le principali tappe storiche in cui si è sviluppata la lotta alla criminalità organizzata transnazionale, sia in Italia che all’estero. La piu’ grande eredita’ della Convenzione di Palermo risiede nell’aver stabilito una rete di cooperazione tra gli stati firmatari, che facilita la condivisione di dati sensibili, competenze e migliori prassi nella lotta contro il crimine organizzato. (@OnuItalia)