NEW YORK, 8 NOVEMBRE – “Anziché consumare la suola delle scarpe ora consumo le quattro ruote della mia sedia a rotelle, che però mi hanno permesso di viaggiare in tutti e cinque i continenti”. Voci dal Palazzo di Vetro, la podcast curata dalla Rappresentanza Permanente italiana presso le Nazioni Unite di New York, torna su Spotify nella sua dodicesima puntata con un ospite d’eccezione, la Direttrice della Divisione per lo Sviluppo Sociale Inclusivo dell’UNDESA, il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali, Daniela Bas.
L’esperienza alle Nazioni Unite della Bas, che usa la sedia a rotelle da quando aveva sei anni a causa di un tumore che le ha tolto l’uso delle gambe, comincia subito dopo la laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Trieste nel 1985, poiché viene selezionata l’anno successivo come JPO l’ONU di Vienna prima e a Ginevra poi. Dopo una carriera nel settore privato durata 18 anni: “Uscii dal sistema ONU, ma le attivita’ erano in qualche modo legate ai miei studi e alla mia passione, quella del sociale, del benessere della gente e del pianeta”. Segui’ una tappa nel giornalismo, con la Rai e il Sole 24 ore e poi alla Presidenza del Consiglio per approdare al Ministero degli Esteri con Franco Frattini. Di li’ il passaggio all’ONU nel maggio 2011 direttamente al quartiere generale newyorkese con la posizione che sta portando avanti ancora oggi.
Daniela Bas è anche Presidente dell’UFIOI (Unione Funzionari Italiani presso le Organizzazioni Internazionali), associazione fondata vent’anni fa con il forte sostegno Rappresentanza Permanente italiana di New York: “L’idea che portiamo avanti e’ di mettere a disposizione dell’Italia le nostre competenze per creare sinergie. Siamo funzionari Onu, ma siamo anche italiani“, spiega. Ma uno degli obiettivi e’ anche quello della tutela in materia di contributi previdenziali in modo che quelli versati lavorando in Italia e in Europa siano ricongiunti con quelli versati durante il lavoro alle Nazioni Unite: “Per chi come noi che lavora extra-Europa questo non e’ ancora riconosciuto”.
La necessità del multilateralismo
In termini operativi, Daniela Bas nel descrivere il DESA lo paragona alla “tavola rotonda di Re Artù”, uno spazio dove tutti sono alla pari e la loro voce puo’ essere ascoltata. I partecipanti ai processi intergovernativi interni sono divisi in Commissioni, tra cui sviluppo sociale, statistica, popolazione ecc., ed entità autonome vere e proprie, come ad esempio UN Women, che discutono le principali issues e le portano poi all’attenzione dell’ECOSOC, il Consiglio Economico e Sociale dei Ministri, e che poi procedono fino all’Assemblea Generale, vera e propria tavola rotonda globale. La grande attività del DESA è dunque quella di ricerca e analisi delle situazioni sociali ed economiche a livello globale, “e sintetizzarle in 8500 parole, immaginate il lavoro che c’è dietro”.
Un altro importante contributo del DESA è quello alla cooperazione allo sviluppo, poiché essa fa da veicolo per le conoscenze tra i vari paesi membri senza però svolgere funzioni operative come altre agenzie, ma fornendo il bagaglio di ‘knowledge capital’ che permette di tramutare le idee e le capacità discusse a livello intergovernativo in operazioni concrete a livello nazionale. Il lavoro è grande, poiché a volte risulta difficile trovare un comune denominatore tra 194 diversi soggetti, con le loro priorità, religioni, valori e culture, legislazioni. Una delle priorità per il dipartimento della Direttrice Bas, come delle Nazioni Unite in generale, è volto alla riduzione delle disuguaglianze, specialmente in ambito tecnologico poiché esso genera ulteriore disparità nello sviluppo di una nazione. Commento finale, la necessità delle idee dei giovani e del multilateralismo per far funzionare quel grande organismo chiamato Pianeta di cui tutti noi facciamo parte e che deve necessariamente essere inclusivo per funzionare in maniera organica. Ideali forti e decisi per una donna della quale l’intraprendenza e lo spirito d’iniziativa sono riassunti nelle poche righe d’apertura dell’articolo. (@GiorgiodelGallo)